“NOTE IN LIBRERIA”, I^ Rassegna di Corali Polifoniche in Cattedrale

Iniziano subito le manifestazioni che la NUOVA LIBRERIA BOSIO vuole offrire al suo pubblico di lettori, affiancando la promozione culturale all’attività di libreria e vendita di articoli religiosi: al via, infatti, dopo poche ore dall’inaugurazione e benedizione dei locali, la I Rassegna di Corali Polifoniche “NOTE IN LIBRERIA”, con inizio previsto alle ore 20.30 di venerdi 19 novembre 2021 presso la Cattedrale di San Giustino e che vede la partecipazione, come ospite d’onore, di Don Marco Frisina.

Dopo il saluto iniziale dell’apprezzatissimo Direttore del Coro della Diocesi di Roma, tra i più amati ed apprezzati compositori di musiche liturgiche, e di quello delle numerose autorità che vorranno intervenire, si esibiranno in un contesto di armonia e sentita amicizia, unite dall’amore per la musica ed il canto, nonché da una immensa e fraterna stima verso la nuova gestione della Libreria Bosio: il Coro Liturgico “San Rocco” di Sambuceto (CH), il Coro Parrocchiale “San Giacomo Apostolo” di Torricella Peligna, il Coro Polifonico di Pescara e la Corale Interparrocchiale “Virgo Angelorum” della Zona Pastorale di Atessa.

Le quattro realtà presenteranno un ricco e vasto repertorio che spazia da composizioni di Don Marco Frisina al gregoriano per passare ad opere di Palestrina e, alla fine della manifestazione, eseguiranno in formazione “coro di cori” l’inno “Giuseppe Custode del Signore”, composto dal prelato romano per la ricorrenza del 150 anniversario della proclamazione di San Giuseppe a patrono della Chiesa ed in occasione dell’anno speciale a lui dedicato ormai giunto al termine, nonché il gioioso “Canto del mare”.

Appuntamento da non perdere a cui è possibile partecipare gratuitamente osservando e  rispettando tutte le norme previste per far fronte all’emergenza covid.

DON MARCO FRISINA

Chi è mons. Marco Frisina?

Nato a Roma nel 1954, dopo gli studi classici si è diplomato in composizione al conservatorio di Santa Cecilia. Ha compiuto Ha compiuto gli studi teologici presso la Pontificia Università Gregoriana conseguendo poi la licenza in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico. Ordinato sacerdote nel 1982, svolge il suo ministero nella Diocesi di Roma. Attualmente è Presidente della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra ed i Beni Culturali, Consultore del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e Rettore della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere. Tiene corsi presso la Pontificia Università della Santa Croce e il Pontificio Istituto di Musica Sacra. È anche Accademico Virtuoso Ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Letteratura dei Virtuosi al Pantheon, di cui è Assistente Spirituale. Nel 1984 ha fondato – e da allora dirige – il Coro della Diocesi di Roma, con il quale anima le più importanti liturgie diocesane, alcune delle quali presiedute dal Santo Padre. Dal 1985 è anche Maestro Direttore della Pontificia Cappella Musicale Lateranense. Nel 1991 ha avuto inizio la sua collaborazione al progetto internazionale della Rai “Bibbia” sia come consulente biblista che autore delle musiche dei film prodotti. Oltre al “Progetto Bibbia”, negli anni ha composto le colonne sonore di molti film a tema storico e religioso. Nel 2007 ha composto l’opera teatrale “La Divina Commedia”, prima trasposizione musicale dell’omonimo capolavoro dantesco. È stato promotore e coordinatore del Primo Convegno delle Corali Italiane, che si è svolto a Roma nel settembre 2014, e del Giubileo delle Corali nell’ottobre 2016 e del novembre 2018, che ha visto la partecipazione di oltre 8.000 cantori provenienti da tutto il mondo. Dal 2015 è Direttore Artistico del “Concerto con i Poveri e per i Poveri” che si tiene in Aula Paolo VI. Vi ripresentiamo uno stralcio delle sue risposte nel corso dell’incontro svoltosi nel dicembre 2018 a Torrevecchia Teatina, per l’inaugurazione dei lavori di restauro dell’organo.

Sant’Agostino afferma: “Chi canta prega due volte”. In che modo la musica e il canto contribuiscono alla relazione con Dio?

“Il canto e la musica orientano l’anima degli uomini; nel caso della musica sacra li orienta verso l’alto, verso Dio. Come se ci fosse una ‘magia’, diremmo noi, nella musica che è un dono straordinario di Dio in cui i sentimenti, i ricordi, le emozioni vengono orientati verso Dio. E’ un modo per facilitare anche l’orientamento delle anime. Questo è il potere che ha la musica, quella sacra, quella che viene usata per la preghiera e la meditazione”.

Lei è autore dell’opera musicale “La Divina Commedia”, ispirata al poema omonimo di Dante Alighieri. Come ha avuto questa idea?

“Questo poema ha una portata straordinaria, parla di Dio e dell’uomo in maniera unica. Io amo molto Dante e quando lo leggevo mi veniva sempre la voglia di musicarne alcuni brani, ma non ne avevo il coraggio. Poi ho cominciato a scriverne alcuni momenti e ho visto che poteva diventare uno spettacolo teatrale, qualcosa a metà strada tra l’opera e il musical. E’ indirizzato soprattutto ai giovani, anche agli studenti che così potevano avere non solo la lezione di letteratura italiana, ma anche la parte emozionale di questo poema. E così è nato questo spettacolo che da tredici anni è ancora in teatro e, da dopo Natale, sarà ancora in giro per l’Italia”.

Parlando dell’aspetto musicale, lei ha alle spalle decine di anni di carriera. Cosa ha imparato dalla musica?

“Ad amare gli uomini e Dio. Nel senso che con la musica si riconosce la grandezza di Dio nell’uomo e si vede come sia un dono straordinario che penetra nei nostri cuori senza traduzioni e mediazioni, annulla i muri e crea ponti. Io ho imparato che la musica ha un potere grande per raggiungere ogni uomo, indistintamente e portare loro quello che di più bello Dio ci dona”.

Prima che musicista e direttore di orchestra è un sacerdote. Come ha scoperto la sua vocazione?

“Io ero catechista in parrocchia e frequentavo il conservatorio e lettere. Ero un ragazzo come gli altri, ma la passione per la Parola di Dio mi ha ‘tirato dentro’. Ha contribuito anche l’esperienza in parrocchia come catechista, a contatto con i bambini e i giovani, che mi ha piano piano trascinato verso il Signore e poi verso la vocazione sacerdotale. E ancora adesso è così: alterno la musica alle predicazioni. In realtà tutte le cose sono ricongiunte nel mio ministero”.

Lei è un’eccellenza italiana nel mondo. Come viene percepita la cultura italiana all’estero?

“Amano l’italiano. Mi è capitato che, dirigendo un’orchestra, cercavo di parlare la lingua del luogo. Invece mi hanno chiesto di esprimermi in italiano. La nostra lingua, con la musica, è un po’ internazionale, a causa di tutte le opere e la nomenclatura musicale. Il mondo si aspetta dall’Italia quello che il nostro Paese ha dato nei secoli passati, la grande arte, la letteratura, la musica. Noi dovremmo essere all’altezza di questa grande tradizione”.

Negli ultimi anni si è accesa una polemica sull’opportunità di restare più o meno legati alla tradizione musicale in occasione delle celebrazioni solenni. Secondo lei, sarebbe possibile modernizzare i canti liturgici?

“Lo si deve fare senza abbandonare la tradizione, ma rileggendola. La tradizione è un flusso, un fiume che dal passato viene a noi e oltre noi. Se non va oltre noi non ci sarà più nulla. Noi abbiamo il dovere di tradurre la tradizione in maniera contemporanea per poter dare agli uomini di oggi qualcosa di efficace che parli la loro lingua. Questo non significa mai tradire la tradizione, ma riviverla in maniera profonda”.

Ed infine la risposta alla domanda che gli abbiamo rivolto nell’incontro di preparazione e presentazione del progetto NUOVA LIBRERIA BOSIO.

Don Marco ha senso nel 2021, l’epoca in cui tutto si trova su internet, aprire una libreria, per di più di nicchia, cattolica?

“Sì. Ha senso laddove la libreria diventi un nido da vivere per quanti “volano intorno ad essa”. Non dovrete solamente vender libri, ma, come se foste investiti di una speciale missione, farvi promotori in primis della cultura, attraverso presentazioni, mostre e quant’altro possa aiutare il popolo di Dio a “scoprire un po’ di più l’Eterno Mistero”.